mercoledì 7 febbraio 2007

Poesia a Massimo Troisi

Non so cosa teneva "dint'a capa",
intelligente, generoso, scaltro,
per lui non vale il detto che è del Papa,
morto un Troisi non se ne fa un altro.

Morto Troisi muore la segreta
arte di quella dolce tarantella,
ciò che Moravia disse del Poeta
io lo ridico per un Pulcinella.

La gioia di bagnarsi in quel diluvio
di "jamm, o' saccio, ‘naggia, oilloc, azz!"
era come parlare col Vesuvio,
era come ascoltare del buon Jazz.

"Non si capisce", urlavano sicuri,
"questo Troisi se ne resti al Sud!"
Adesso lo capiscono i canguri,
gli Indiani e i miliardari di Holliwood!

Con lui ho capito tutta la bellezza
di Napoli, la gente, il suo destino,
e non m'ha mai parlato della pizza,
e non m'ha mai suonato il mandolino.

O Massimino io ti tengo in serbo
fra ciò che il mondo dona di più caro,
ha fatto più miracoli il tuo verbo
di quello dell'amato San Gennaro

"Roberto Benigni"

3 commenti:

Porcelain ha detto...

Una sola parola: STUPENDA!!!

Perdendo Massimo è come se avessi perso un familiare, e come tale lo porto sempre nel cuore!
Benigni è stato bravissimo nello scrivere questa splendida poesia, descrivendo sensazioni, emozioni, non descrivibili in altro modo...

Ciao Massimo...
Porcelain!

Uomo Distrutto ha detto...

due geni assoluti...
niente di più

Emilia ha detto...

Porcelain
la tua unica "parola" non poteva essere più adatta e mi unisco a te nel salutare Massimo che purtroppo ci ha lasciato...
Ste
anche la tua affermazione non poteva essere più giusta...
due geni assoluti

Io li amo entrambi, Troisi e Benigni, non a caso adoro il film (purtroppo l'unico)) che hanno fatto insieme:
Non ci resta che piangere