venerdì 22 giugno 2007

Lucia: Ma non ti piace il lavoro che fai?

Rispondo:

è un buon lavoro e mi piace perché mi permette di imparare cose che non so, quindi mi applico abbastanza e cerco di sfruttare le mie capacità...
ma alla fine è solo lavoro, ti faccio un esempio:
faccio un disegno, disegno la mia vita, per primo disegno il mio profilo, poi passo a disegnare la "posizione sociale", subito dopo penso alla "posizione economica", quindi un lavoro, per poter vivere e "riempire" un po' l'opera d'Arte...:-)
ecco, a un certo punto vedi che le cose possono andare, il disegno ha preso una bella forma, è quasi una "vita", ma a guardarlo manca qualcosa, sembra che non abbia "profondità", tutto troppo "piatto" e capisci cosa manca in quel disegno....
mancano le sfumature, le ombre per dar l'impressione dello spazio e della luce...
ecco cosa mi manca...

6 commenti:

Uomo Distrutto ha detto...

non me ne voglia lucia, ma non si fanno queste domande...

Porcelain ha detto...

Eh sì, sono domande del tipo:
"Come va la tesi?!"
"Quando ti laurei?!"
"Come va la vita?!"
"Sei felice?!"
...
Domande che è bene porsi da solo...e trovare da solo la risposta.

Porcelain

Anonimo ha detto...

All'uomo distrutto...
e menomale che la domanda non è da fare...(anche se sono pienamente d'accordo) l'autrice del blog le ha dedicato un post, quasi fosse un lampo di saggezza.
Boh, forse è vero quel che dice Lucia, che quando ci impegniamo a capire, risultiamo degli psicologi da strapazzo (con tutto il rispetto del "sé" quando lo si paragona ad una scienza [con tutto il rispetto per la scienza] imperfetta quale la psicologia).
Ma alla fine che importanza ha?
Sono solo parole, non siamo noi.

Anonimo ha detto...

Ammettiamo che tutti noi abbiamo un gran bisogno di ricerca di senso (non intendo sensualità) nelle vita...

Emilia ha detto...

Io ho pubblicato la domanda di Lucia perchè ancora non mi avevo chiesto, e nessuno l'aveva fatto, se mi piacesse il mio lavoro...
forse non me lo sarei mai chiesto e leggere la domanda mi ha lasciato per qualche minuto in silenzo senza sapere cosa rispondere e pensavo: ma come!? quasi non riesco a rispondere a una domanda così "semplice"?
mi piace o no il mio nuovo lavoro?

alla fine è il migliore che mi sia capitato, rispetto ai precedenti, non per il lavoro in se per se, ma per l'ambiente e le persone con un un pò di "cultura in più"...
Il lavoro, bè, c'è da imparare molto essendo fuori, tanto fuori, dai miei studi e quindi mi tocca anche "studiare" per acquisire competenze...
per il resto, come ho scritto sopra, il lavoro non completa certo il mio "quadro della vita" quello che serve a farmi stare bene è altro...

Anonimo ha detto...

Ci mancherebbe Lucia. Non c'è neppure la necessità di dover ammettere quel che fa parte, da sempre, della natura della nostra specie.
Ma ritengo che non vi sarà mai alcuna risposta mettendo sotto sopra sè stessi senza addentrarsi nella miseria altrui. Questo è solo un puro atto d'egoismo, anzi d'egocentrismo. Quale ricerca profonda può avere come finalità "il sé"? Lo scoprirsi è una cosa necessaria, è vero, ma viene da sé, lentamente, senza chiederselo, semplicemente vedendo come ci rapportiamo agli altri senza teorizzare ciò che non è ancora stato messo in pratica.
(Grazie dello spunto che mi hai dato per la riflessione, indipendentemente dalla tua posizione).