giovedì 12 aprile 2007

Amori

Per quale ragione, dico, mi sembrano tanto duri
i materassi, e le coperte non hanno posa sul letto,
e ho trascorso insonne la notte quanto essa è lunga
e mi dolgono stremate le ossa del corpo tormentato?
Infatti, penso, se fossi travagliato da qualche amore,
lo saprei, oppure entra e duole astuto con arte segreta?
Dev'essere così, sottili frecce trafissero il cuore,
e Amore, crudele padrone, mi ha sconvolto il petto.
Devo cedere, o lottando accendere un fuoco improvviso?
Cediamo: il peso si allevia se lo si porta rassegnati.
Ho visto scuotere una fiaccola, le fiamme accrescersi
agitate, e di nuovo, se nessuno le scuote, morire.
Sopportando percosse più numerose i buoi che riluttano il primo gioco,
di quelli cui piace l'uso dell'aratro.
Il cavallo ribelle si rompe la bocca sul morso lupato
sente meno il freno l'avvezzo ai finimenti.
Con molto maggiore asprezza e crudeltà Amore incalza i restii,
di quelli che riconoscono di esserne schiavi.
Ecco, confesso, sono una tua nuova preda, Cupido;
porgo le braccia vinte alla tua discrezione.
Non serve guerra: ti chiedo tregua e pace, non avrai
gloria con le armi, sarò un vinto inerme.
Intreccia la chioma con mirto, appariglia le materne colombe;
il degno carro lo darà il tuo stesso padrigno.
Ti ergerai sul carro dorato mentre il popolo acclama
il trionfo, e guiderai con maestria gli uccelli aggiogati.
Dietro verranno i giovani prigionieri e le fanciulle prigioniere:
questo corteo ti sarà magnifico trionfo.
Anch'io, preda recente, avrò la ferita inferta di recente,
e porterò le nuove catene con l'animo del prigioniero.
Sfilerà Mens Bona, avvinte le mani sul dorso,
e il Pudore e chiunque contrasti gli esercizi di Amore.
Tutta la turba ti temerà e tendendo a te
le braccia, "Evviva", canterà a voce spietata.
Ti faranno corteggio le Blandizie, l'Errore, la Follia, schiera
che tiene dietro assidua alle tue apparizioni.
Con questi soldati vinci gli uomini e gli dèi:
se ti venga meno questo aiuto sarai nudo.
Lieta dalla vetta dell'Olimpo, la madre applaudirà il tuo trionfo
e ti cospargerà le guance delle rose che tiene accanto.
Tu con le ali e i capelli cosparsi di variegate gemme,
andrai su ruote d'oro, dorato tu stesso.
Persino allora, se ti conosco bene, arderai non pochi,
persino allora passando infliggerai ferite numerose;
non riescono a posare le frecce, anche se lo desideri;
la fiamma impetuosa brucia chi le sta vicino.
Tale era Bacco, domata la terra del Gange,
tu trascinato da uccelli, egli da tigri.
Dunque potendo io essere parte del tuo sacro trionfo,
non sprecare la tua potenza su di me, o vincitore!
Guarda le armi fortunate del tuo consaguineo Cesare:
con la mano con cui vinse protegge i vinti.
"Ovidio" Amori - Libro Primo, capitolo II

4 commenti:

Uomo Distrutto ha detto...

roba troppo "alta" per me...

Emilia ha detto...

non credo...

Anonimo ha detto...

Lo trovai bello ed interessante questo libro; che corredato da un viaggio a Firenze nel giardino di boboli a Palazzo delle Signorie, con le "Metamorfosi di Ovidio", sculture naturali; e' il massimo..
Hai letto il Santo Graal, mettilo in blog... E poi ti consigli " Il nome della Rosa", penso che il tema della Santa Inquisizione cristiana e' sempre attuale..

Preferisci anonimo66 oppure ULISSE??

Emilia ha detto...

naturalmete ULISSE...
un altro personaggio che io ho sempre AMATO!